Scuola: Uil, su reclutamento incontro politico senza ministro.Turi, offrono tavoli invece di soluzioni

Scuola: Uil, su reclutamento incontro politico senza ministro
Turi, offrono tavoli invece di soluzioni
(ANSA) – ROMA, 03 GIU – “Quello di oggi non e’ un incontro
tecnico, ma un incontro politico. L’invito e’ stato fatto alle
confederazioni e alle categorie e il ministro oggi e’ assente.
Quello che ci viene proposto e’ il placebo dei tavoli tecnici di
confronto. Non abbiamo bisogno di tavoli abbiamo bisogno di
luoghi dove si decide”: cosi’ il segretario generale della Uil
scuola, Pino Turi, questa mattina nel corso della riunione con
il Capo di Gabinetto, Luigi Fiorentino.
“C’e’ un tema politico che va risolto in via prioritaria – ha
detto Turi – abbiamo un patto firmato che dice alcune cose e un
decreto sostegni che ne predispone altre. Un evidente suk
politico senza visione neanche immediata dell’avvio del nuovo
anno scolastico. Un aggregato di pregiudizi, dove ognuno espone
cio’ che crede: ci troviamo cosi’ di fronte a norme
incostituzionali (come quella per cui chi non supera il concorso
messo su in fretta e furia, non puo’ partecipare al successivo)
norme scritte male (che concretizzano invasioni nella materia
contrattuale), norme che tolgono diritti ( e’ il caso degli
insegnanti di sostegno per i quali si prevede il superamento del
rapporto 1 a1, compensato da una pseudo formazione per gli altri
docenti della classe). Qualcuno dovra’ pur spiegare l’inversione
di tendenza della integrazione che ci ha reso famosi nel mondo
dell’educazione. Il sindacato non fa emendamenti, non si
sostituisce al Parlamento e al Governo – ha osservato Turi – fa
rivendicazioni, da’ voce alla protesta dei lavoratori che oggi
non vedono risposte. Non chiediamo la condivisione ma il
confronto. Se si e’ fatto un patto con il sindacato vuol dire che
si cerca una soluzione. La transizione annunciata passa
attraverso una scuola libera, statale, costituzionale. Proprio
quel modello di scuola e del suo personale che andremo a
difendere il 9 giugno, in piazza. A rischio c’e’ la tenuta
democratica del nostro Paese”. (ANSA).