IN PUGLIA OLTRE 1.000 CLASSI CHIUSE PER COVID E PERSONALE SCOLASTICO IN AFFANNO. LE SEGRETERIE NON POSSONO SOSTITUIRSI ALLE ASL. DOVE SI VUOLE ARRIVARE?



“Ormai sono sempre più numerose le classi destinatarie di provvedimenti di quarantena per casi covid e quindi, in base al nuovo protocollo sanitario, poste in didattica a distanza. Il tutto nel silenzio totale della Regione Puglia: non esistono tavoli in cui si parla di scuola, in cui si comunicano ai sindacati i dati sulla salute dei lavoratori della scuola, in cui si discute delle misure di prevenzione”.
Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, fa notare come “da quando il prof. Lopalco ha lasciato l’assessorato alla sanità, non pervengono più notizie sullo stato di salute della scuola. Anche l’assessorato all’istruzione, sul tema relativo allo stato di emergenza, è scomparso. La gestione della pandemia negli istituti è lasciata alla buona volontà dei docenti che, costretti alla didattica digitale integrata, benché non prevista dal decreto legge, si stanno barcamenando nella gestione delle classi smistate tra casa e scuola al solo fine di garantire il diritto allo studio degli studenti e delle studentesse”.
“I dirigenti scolastici e le segreterie – rincara la dose Verga – sono impegnati, talvolta sino a tarda sera, per il tracciamento di cui invece dovrebbero occuparsi le ASL, il tutto facendo i conti con le numerose assenze di personale per Covid, a cui i dirigenti scolastici fanno fatica a sopperire”.
Intanto, secondo il ministero, la scuola deve restare aperta. “A spese e sulle spalle di chi? – si chiede Verga . Lo abbiamo sostenuto prima della ripresa delle lezioni: siamo per la scuola in presenza ma, purtroppo, dobbiamo registrare che mancano i presupposti per mettere la scuola in assoluta sicurezza a causa dei ritardi dovuti alla installazione di sistemi di areazione, dell’assenza di mascherine ffp2, della mancata applicazione della delibera sui presidi sanitari”.
“Come al solito a pagarne le spese sono i lavoratori, lasciati soli sul fronte, mentre pediatri e medici di famiglia sono in confusione perché si emanano decreti, si stipulano protocolli regionali ma la piattaforma tarda a funzionare. Addirittura si pretende che i dirigenti scolastici debbano disporre il tampone T5, mentre nelle scuole medie nelle stesse prime classi siedono under e over 12, soggetti a regole differenti. Norme che sembrano prodotte da chi ha poca conoscenza del mondo della scuola, che aggiungono caos al caos”.