DOPO I RISULTATI DELLA MOBILITA’ E DEI PENSIONAMENTI DOCENTI E ATA, IN PUGLIA SIAMO PUNTO E A CAPO: QUASI 5.000 POSTI VACANTI

“Con i concorsi banditi in ritardo e con le procedure tutt’ora in corso, la scuola pugliese si accinge ad affrontare ancora un anno all’insegna del precariato”.
Il segretario generale della UIL Scuola Puglia, Gianni Verga, commenta così il risultato della mobilità e dei collocamenti a riposo del personale docente e ATA. In Puglia sono 4.577 i posti vacanti per il prossimo anno scolastico, di cui 2.416 docenti su posto comune, 317 sul sostegno e 1.844 ATA. A questi posti si aggiungeranno i pensionamenti tardivi certificati dall’Inps.
In particolare registriamo 338 posti vacanti per la scuola dell’infanzia (di cui 59 sostegno), 493 per la primaria (di cui 169 sostegno), 560 per la scuola media (di cui 51 sostegno), 1.304 per la scuola superiore (di cui 38 sostegno), 11 personale educativo. Per il personale ATA salta agli occhi il numero di 1.110 posti vacanti di collaboratore scolastico.
“Intanto il ministro si affanna a ricercare soluzioni per la continuità didattica agli alunni diversamente abili, dando la possibilità di scelta ai genitori e ignorando che la vera continuità didattica si può garantire soltanto con la stabilizzazione dei circa 8.000 posti in deroga attivati mediamente nella nostra regione. Si continuano a bandire i concorsi, senza tener conto di un vero piano di stabilizzazione, considerato il numero di aspiranti presenti nelle graduatorie che annualmente garantiscono l’apertura delle scuole”.
“Siamo di fronte a una situazione che crea non poche difficoltà agli istituti pugliesi e destabilizza il sistema scolastico regionale, che già nell’anno scolastico che sta per concludersi in questi giorni ha dovuto far fronte a numerose criticità dettate soprattutto all’attuazione del PNRR e Agenda Sud, oltre che alla impossibile gestione del lavoro ordinario. Alla scuola – conclude Verga – non servono provvedimenti tampone, ma occorrono investimenti strutturali, per dare stabilità all’intero sistema e per evitare l’espansione del fenomeno, già dilagante, del precariato. Vanno adottate, con estrema urgenza, misure concrete se si vuole assumere veramente e se si vogliono coprire tutti i posti, senza continuare a risparmiare sul sistema d’istruzione, già fortemente penalizzato nell’ultimo decennio da tagli verticali e usato puntualmente come cassa di risparmio per altri settori”.