*Scuola: Uil, mobility manager invenzione inutile e dannosa*

*Scuola: Uil, mobility manager invenzione inutile e dannosa*

(ANSA) – ROMA, 08 NOV – “Noi abbiamo grande rispetto
dell’Amministrazione e del Parlamento ma ci permettiamo di
criticare la legge per la parte che introduce, in modo
estemporaneo e perfino inutile, tale figura.
La scuola ha bisogno di autogoverno ed autonomia e non di nuove
figure senza chiarezza sugli ambiti di lavoro, sulle competenze
e da realizzare a costo zero. Che la transizione culturale debba
passare dalla scuola, ci sembra giusto ed opportuno, ma in
classe con gli alunni, che peraltro gia’ sono destinatari di
progetti didattici specifici multidisciplinari nelle lezioni in
classe”. A dirlo e’ Pino Turi a margine della riunione sulle
linee guida per l’istituzione a scuola del mobility manager.
“Pensare che una legge si prefigga di introdurre una funzione –
ed una figura di natura organizzativa e di coordinamento che ha
competenze in materia di mobilita’ potrebbe anche essere utile –
ma pensare di individuare un docente per farlo ci sembra
veramente fuori da ogni logica. Sempre piu’ spesso l’azione
didattica e educativa – puntualizza Turi – e’ marginalizzata da
una serie di incombenze che dovrebbero essere complementari ed
invece sembrano prendere sempre piu’ importanza. Esprimiamo la
nostra piu’ ferma critica a questo modo di procedere che
incentiva i docenti a svolgere azioni burocratiche a scapito
dell’impegno didattico. E’ l’insegnamento la mission
professionale dei docenti. La scuola dell’autonomia, se va
supportata da azioni burocratiche ed ammnistrative deve guardare
ad altre figure professionali. Non si puo’ minimamente pensare ad
una scelta che prevede maggiori carichi di lavoro ad invarianza
di retribuzione. Una questione aperta che non si risolve neanche
con l’utilizzo delle risorse del FIS ne’ con quelle delle
‘funzioni strumentali’ che, in caso contrario, andrebbero ad
essere sottratte alla disponibilita’ di altri docenti.
E’ evidente che chi ha deciso nel merito non conosce le dinamiche
della scuola. Per la Uil sarebbe un’azione di buon senso che la
politica riconsiderasse questa decisione che – sottolinea Turi
ancorche’ giusta nelle finalita’ – e’ assolutamente non
condivisibile nel percorso individuato. Chiediamo che nelle
linee guida, nelle quali si fa opportunamente riferimento
all’autonomia scolastica – tali figure non siano obbligatorie ma
facoltative. Potranno essere utilizzate nei casi in cui qualche
docente che sia inabile alla sua professione possa trovare
occasioni di impiego nell’ambito dell’organizzazione”.
Un ulteriore consiglio viene dal segretario Uil Scuola:
“suggeriremmo molto sommessamente al legislatore di evitare
termini appartenenti ad altre lingue e culture e utilizzare la
nostra bella lingua italiana almeno quando si scrivono leggi e
atti ammnistrativi nazionali. La competizione in ogni campo si
combatte nell’ambito culturale. Quando si inseguono altri
linguaggi si perde quel pezzo di identita’ che nella scuola deve,
o almeno dovrebbe, rappresentare l’elemento prioritario”.
(ANSA).

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