DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO PUGLIESE: CONVOCAZIONE DELL’ASSESSORATO REGIONALE TARDIVA, DOPO LA SECONDA DELIBERA – IN BALLO CIRCA 100 POSTI DI LAVORO

Chissà se anche stavolta, come recita l’antico adagio, non ci sarà due senza tre. La Regione Puglia delibera per ben due volte un piano di dimensionamento della rete scolastica, che si differenzia dalle altre regioni d’Italia per la caparbietà con cui è stato partorito, condotto e attuato, e solo successivamente convoca le organizzazioni sindacali per un confronto, irrispettoso in quanto a giochi ancora una volta fatti”.
E’ la denuncia di Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, secondo il quale “nonostante il governo nazionale abbia, in zona Cesarini, ridotto il numero di scuole da dimensionare per il prossimo anno scolastico da 58 a 44, l’assessorato regionale ha puntato dritto sugli Istituti comprensivi, senza alcun confronto basato sulle nuove disposizioni, con scelte inappropriate se non addirittura dannose per l’occupazione e penalizzanti per alcuni territori, mettendo a rischio circa un centinaio di posti di lavoro oltre quelli determinati dalle scelte governative”.
“In qualche caso – spiega ancora Verga – ci si ritrova dinanzi ad accorpamenti a sorpresa, anche contrari alle volontà degli enti locali e degli organi collegiali, di cui non si era mai discusso, a nessun livello, o di fronte a comunità scolastiche aggregate e disaggregate a distanza di pochi anni come fossero costruzioni Lego. Insomma, un pasticcio che non tiene conto delle tabelle ministeriali per l’assegnazione degli organici ATA agli istituti del primo ciclo con oltre 1.200 alunni e che non applica i medesimi criteri alle scuole del secondo ciclo. Un dimensionamento in origine delegato alla volontà degli uffici amministrativi e deliberato dalla giunta regionale l’8 agosto scorso con un elenco di scuole del primo ciclo da dimensionare di cui si è appreso, per l’ennesima volta, a cose fatte”.
Verga rivela che “abbiamo fatto notare questo scivolone sin dalla prima riunione di settembre, non siamo stati ascoltati e, per queste ragioni, oggi convintamente prendiamo le distanze rispetto a quanto deliberato dalla giunta regionale. Giudichiamo, altresì, tardiva la convocazione per un confronto, dopo ben dieci giorni dalla richiesta e dopo venti giorni dalle novità legislative, da tenersi il prossimo 15 gennaio, alla vigilia dell’apertura delle iscrizioni. L’assessore poteva decisamente risparmiarsela. Non vogliamo minimamente immaginare, se passasse il progetto nazionale di autonomia differenziata delle regioni, cosa potrebbe accadere. La scuola e l’istruzione più in generale non possono essere poste al centro della volontà politica del momento, ma necessitano di un vero progetto di lungo periodo, di vero confronto e di risorse statali”.