“IN PUGLIA CENTINAIA DI POSIZIONI ECONOMICHE ATA BLOCCATE DA 7 ANNI: SE NECESSARIO RICORREREMO AL GIUDICE – CHIESTA ENNESIMA RIUNIONE URGENTE”

L’Accordo nazionale stipulato in data 20 ottobre 2008 tra il M.I.U.R. e le
Organizzazioni sindacali, concernente l’attuazione delle disposizioni contenute nell’articolo 2 della sequenza contrattuale (ex art. 62 del CCNL/2007) sottoscritta il 25 luglio 2008, prevede espressamente la formazione e la surroga delle posizioni economiche ATA che, annualmente, vengono a determinarsi in conseguenza dei pensionamenti. Nella nostra regione questo
processo si è arrestato da circa 7 anni.

E’ l’amara constatazione di Gianni Verga – segretario generale Uil Scuola
Puglia, che prosegue: “A quanto pare nella nostra regione la contrattazione
nazionale fa eccezione. Più volte abbiamo chiesto all’Ufficio II dell’USR Puglia, anche nel corso di riunioni appositamente convocate, i dati delle posizioni
economiche ATA da attribuire a chi da anni è in graduatoria e, forse, nel
frattempo è andato anche in pensione. Insomma, un pasticcio tutto pugliese,
mentre altrove si procede fluidamente alle surroghe e alla formazione”.

La considerazione politica generale, continua Verga, rispetto a questo
tema, non può che essere assolutamente negativa, perché al personale ATA
verrebbe sottratta illegittimamente una retribuzione accessoria per cui ci si è
sottoposti alla formazione e a una graduazione in base al possesso di titoli
specifici. Naturalmente, tutto ciò determina la riduzione del fondo d’istituto, oltre che ripercussioni negative sulle scuole per incarichi inerenti l’organizzazione delle quotidiane attività di supporto ai servizi generali, all’assistenza degli alunni diversamente abili, alla didattica e alla sostituzione dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, per i quali la Puglia conta numerosi posti vacanti.

Se l’Ufficio competente dell’USR Puglia, anche in relazione a questa
nostra ennesima richiesta, non fornirà risposte concrete nell’immediato,
ricorreremo in Tribunale per far valere le nostre ragioni.